Zucchero degli Aztechi
Zucchero degli Aztechi = Phyla scaberrima (sin. Lippia dulcis) Verbenacee = Verbenaceae
Cenni storici
Numerose citazioni presenti negli antichi testi dimostrano che probabilmente lo zucchero degli Aztechi deve aver avuto un ruolo importante già oltre 2000 anni fa. Gli Aztechi chiamavano questa erba «tzonpelic xihuitl» (= erba dolce). Le sue proprietà medicinali sono state descritte in tempi relativamente remoti nel catalogo azteco delle erbe «tzoplicacoc», che fu tradotto in latino nel 1552 dallo studioso Juannes Badianus.
Questa pianta della famiglia delle Verbenacee giunse in Europa con gli spagnoli, che avevano imparato a conoscere e apprezzare le numerose proprietà positive di quest’erba dolce nel corso delle loro campagne di conquista nel regno azteco.
Botanica e cultura
Il genere Phyla (sinonimo Lippia) comprende circa 150 specie di piante striscianti o ricadenti, in parte leggermente legnose, di cui sorprendentemente sono state però descritte minuziosamente solo poche specie. Lo zucchero degli Aztechi viene moltiplicato per talea in primavera o all’inizio dell’estate. Nelle nostre regioni, quest’erba con crescita prevalentemente strisciante deve essere coltivata in ogni caso come pianta da vaso. Ha bisogno di un terreno molto permeabile e piuttosto sabbioso, ed è molto esigente in termini di condizioni di coltura. Per una crescita rigogliosa richiede un luogo al sole o in penombra durante i mesi estivi, mentre in inverno è assolutamente indispensabile un luogo riparato e luminoso, con temperature intorno ai 10 gradi. Importante è mantenere una moderata umidità del substrato e non lasciare mai che il terreno si secchi completamente. Somministrando di tanto in tanto un fertilizzante organico per erbe aromatiche od ortaggi si può far letteralmente «risplendere» i bianchi fiorellini. Le foglie ovali di colore verde scuro e i fiori spiccano con particolare intensità negli accostamenti con altre piante.
Si raccomanda anche di accorciare periodicamente i rametti laterali per modellare la forma della pianta. Quest’erba possiede un’eccezionale dolcezza naturale e un aroma che ricorda quello della menta. Nel corso delle mie ricerche ho letto in un testo dedicato alle erbe aromatiche che la «Lippia dulcis ha un potere dolcificante 100 volte superiore a quello dello zucchero di canna». Sicuramente è dolce, ma forse la definizione è un po’ esagerata, perché la dolcezza e l’aroma di menta svaniscono dietro l’intenso e penetrante profumo di canfora.
Impiego nella medicina naturale
A questa pianta, originaria delle regioni del Messico e dell’America Centrale, viene attribuita da tempo immemorabile un’importanza non poco rilevante nella medicina tradizionale messicana. Quest’erba dal profumo delicato viene impiegata in Messico contro un gran numero di malattie. Nel XIX secolo costituiva un prezioso componente di tinture medicinali contro bronchite, tosse, disturbi di stomaco e infezioni parainfluenzali. A scopo medicinale vengono usate, oltre alle foglie e ai fiori, anche le radici.
L’olio essenziale contiene oltre il 50 percento di canfora, alla quale è probabilmente da ascrivere l’effetto mucolitico. Lo zucchero degli Aztechi contiene alcuni composti che, secondo i più recenti risultati della ricerca, nel prossimo futuro renderanno la pianta interessante anche per la moderna medicina naturale.
Cogliamo l'occasione per evidenziare ancora una volta che un sovradosaggio può avere un effetto lievemente tossico. Per i bambini piccoli e le donne in gravidanza sconsigliamo di usare questa pianta per l’automedicazione. Prima di usare questa erba, rivolgetevi a un naturopata qualificato.
Impiego in cucina
In cucina trovano utilizzo esclusivamente le foglie e i fiorellini bianchi dello zucchero degli Aztechi. A questo proposito desideriamo sottolineare che lo zucchero degli Aztechi non va confuso con la stevia = Stevia rebaudiana. Al contrario della stevia, i fiori e le foglie della Lippia dulcis perdono il loro potere dolcificante allo stato essiccato, e quindi devono essere consumati possibilmente freschi. Con lo zucchero degli Aztechi è possibile affinare piatti a base di quark, tisane ai frutti, macedonie, insalate di verdura dolciastre, nonché altre pietanze dolci.
Per una porzione
Ingredienti:
- 150 g di melone Charentais (senza buccia)
- 1 dl di vino bianco (freddo)
- ½ dl di acqua minerale gassata (fredda)
- 1 rametto di zucchero degli Aztechi
- 1 fetta di limone
Preparazione:
- Omogeneizzare il melone con un po’ di vino bianco e 5-6 foglie di zucchero degli Aztechi.
- Aggiungere il resto del vino e l’acqua minerale.
- Versare in un bicchiere e decorare con foglie di zucchero degli Aztechi.
- Incidere la fetta di limone e fissarla sul bordo del bicchiere.
Gli autori
Christian Fotsch
Christian Fotsch cura la newsletter sulle erbe della EGK-Cassa della salute dal 2006. La sua conoscenza approfondita del mondo delle erbe è frutto di uno studio da autodidatta; insieme alla moglie Ursula ha gestito fino al 2010 il vivaio di erbe e piante officinali Silberdistel a Brienz e poi fino al 2019 il noto hotel dedicato alle erbe «Lindenhof», sempre a Brienz.
Brigitte Speck
Brigitte Speck è consulente alimentare e autrice di libri specializzati e di cucina. Ha arricchito la newsletter sulle erbe della EGK-Cassa della salute con una selezione di ricette fino al mese di febbraio 2022. Ha pubblicato numerose opere di successo su temi come le erbe officinali (per es. «Aus meinem Naturgarten», in tedesco), la stevia, Zappelphilipp e libri di ricette per bambini.